Geografia di un sapore: alla scoperta dei passatelli

Geografia di un sapore: alla scoperta dei passatelli

La piadina al mattarello, il brodetto di pesce, le verdure gratinate al forno e la pasticciata di vitello, sono alcune delle specialità del territorio da scoprire e gustare. Ma per cominciare nel modo migliore una scoperta dei sapori tipici del centro Italia, i passatelli restano il piatto per eccellenza.

“Si chiamano passatelli perché prendono la forma loro speciale passando a forza dai buchi di un ferro fatto appositamente, poche essendo le famiglie in Romagna che non l’abbiano […]”* Così ne parla Pellegrino Artusi nel suo famoso ricettario. Ma come sono fatti? La forma dei passatelli è quella di piccoli cilindretti di varia lunghezza e lo strumento di cui parla il famoso gastronomo è il tipico ferro per passatelli, un attrezzo simile allo schiacciapatate ma con i fori un po’ più grossi.

Sono fatti a mano impastando uova, pangrattato, Parmigiano Reggiano, scorza di limone grattugiata, noce moscata e sale. La pasta ha una consistenza compatta e prima d’essere schiacciata viene fatta riposare per almeno un paio d’ore. Nella ricetta tradizionale vanno consumati in brodo di gallina e muscolo di bovino, oppure in brodo di pesce e sono uno dei piatti delle feste in famiglia, squisiti anche da asciutti: con sughi rossi o bianchi ai frutti di mare, con funghi o strigoli* e salsiccia, con fonduta e tartufo, offrono sempre una vasta possibilità di preparazioni e abbinamenti e sono una vera gioia per il palato.

Piatto tipico della tradizione contadina dell’Emilia-Romagna e delle Marche, i passatelli in brodo sono facili da trovare anche nelle città di Perugia e Roma e rappresentano l’esempio di come la diffusione di una pietanza possa tracciare i confini esatti di un vecchio territorio geopolitico, in questo caso lo Stato Pontificio, dimostrando che il senso del gusto per l’essere umano non è solo una dimensione fisica sensoriale, ma anche una realtà mentale, emotiva e culturale.

*Pellegrino Artusi, La scienza in cucina e l’arte del mangiar bene, 1891 (ricetta n°20).

*Erba spontanea tipica del centro Italia, molto usata nel riminese.

2017-09-06T09:46:52+02:0018 Febbraio 2016|

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